“una storia di cultura a cavallo di tre secoli”
«…non è museo tradizionale. E’ un Sito unico nel quale è possibile vivere momenti particolari, immersi in una cornice ricca di reperti storici, monografie, opere rare, fotografie, autografi di artisti, poeti, scrittori, regnati e Presidenti della Repubblica, volumi, documenti inediti, arredi, e strumenti d’epoca: parlare dell’Artistico nella sua molteplice attività a cavallo fra i tre secoli più significativi per l’arte napoletana, dal 1888 ai giorni nostri, significa parlare di […] un luogo magico, in cui cittadini, studiosi, ricercatori e turisti possono ammirare la grandezza artistica, culturale, sociale e storica di Napoli e del suo popolo mai domo. Il Sito museale e un eccezionale strumento per far emergere e consolidare la certezza che i giovani della nostra Città hanno le giuste capacità creative e sanno come mantenersi al passo con un mondo in continuo e rapido movimento»
Adriano Gaito,
Presidente
«…non è né il cielo né il mare che ispirano, ma l’intensità della vita sociale; e solo agli animi preparati al cielo e mare parlano. Che potevano fare i Napoletani ai quali la vita e la politica non davano alimento intellettuale? Filosofare, contemplare l’uomo astratto, l’uomo in quanto conoscenza e volontà: concepire l’estetica dove manca la poesia e l’arte; svolgere la teoria della politica e della storia dove politica e storia mancano. Così, mentre altrove Dante aveva creato la poesia civile, e Macchiavelli escogitato accorgimenti politici, qui a Napoli, tu, o Giambattista Vico, scopristi la filosofia della storia»
Benedetto Croce
“Napoli oggi”, 1900
…. ed è proprio dal voler “filosofare” a proposito dell’arte, della pittura, della scultura e della cultura contemporanea che, il 22 dicembre 1888, E. Dalbono, F. Cortese, A. Mancini, F. Netti, V. Montefusco, T. Solari e V. Volpe, artisti napoletani, creano a Napoli, quale centro propulsore dell’arte, l’associazione “Società Napoletana degli Artisti”: «caso unico d’iniziativa privata, capace di divenire un centro sociale, un fomite di interessi artistici e culturali di grande rilievo […], un’associazione nata per sostenere l’arte e gli artisti napoletani nel mondo»
(Mibac – Decr. 52 – 18 luglio 2002).
Giuseppe Caravita di Sirignano accoglie l’invito ad esserne il Presidente ed offre al gruppo di artisti della Napoli bohémienne di fine 800 ospitalità nella sua casa al rione Sirignano.
Matilde Serao, famosa scrittrice e giornalista, entusiasta, ne ufficializza la nascita e ne esalta l’importanza con un’intera pagina del “Corriere di Napoli” (ottobre 1889).
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Tra il XIX e il XX secolo, Napoli, diversamente dalle maggiori capitali europee, non offre un vastissimo mercato d’arte. Le mostre in Città sono piuttosto rare e gli artisti si vedono costretti ad esporre in sedi improvvisate. L’unica realtà consolidata è l’esposizione annuale organizzata dalla “Società Promotrice delle Belle Arti” di Napoli che, tuttavia, è ancorata alla tradizione e poco capace di pilotare un rinnovamento concreto. La Promotrice inizia un lento processo di decadimento cui contribuiscono la limitatezza dei suoi obiettivi e il ristagnare del mercato.
È in questo clima di incertezza che nasce, il 22 dicembre 1888, l’associazione “Società Napoletana degli Artisti”. La neofita “Associazione”, che ammette solo artisti professionisti (i pittori dilettanti sono considerati “amatori”), promuove diverse attività culturali, mostre annuali e periodiche, ricerche e dibattiti sull’arte contemporanea.
Al nucleo iniziale, si aggiungono nuove personalità interessate a questa innovativa realtà in cui l’insieme prevale sul singolo: De Sanctis, Cerone, de Martini, Caprile, Recchione, Pratella, Migliaro, i fratelli Francesco e Vincenzo Jerace, Postiglione e Stanislao Lista, primo scultore del gruppo.
Il 9 aprile del 1890, in una riunione tenuta nei locali de “Il Mattino”, su proposta di Domenico Morellli e di Edoardo Scarfoglio, si decide di modificare il nome in “Società Artistica Napoletana” per ricalcare lo spirito inclusivo. L’ammissione viene estesa anche ad artisti non professionisti ed a uomini e donne di cultura. Si decide di organizzare una “festa degli artisti” affinché vengano raccolti fondi utili al mantenimento dell’Associazione.
Non è più un ristretto club di soli pittori e scultori: è un insieme nutrito di uomini e donne di cultura nel senso più ampio della definizione, legati indissolubilmente ai valori artistici più tradizionali, ma ancora poco propensi alle tendenze stilistiche in voga nel XIX e XX secolo.
Un anno più tardi, viene inaugurata, nei locali del Pomperiorum, in Villa Comunale, la Prima Mostra Permanente degli artisti soci. La Permanente è patrocinata dalla Regina Margherita di Savoia. L’evento viene accolto con estremo entusiasmo e calore. Il legame nato con la Regina è solido e duraturo, tanto che la monarca, nel 1916, dona ai Soci un suo ritratto fotografico autografato. Lo storico reperto è esposto nella Fototeca della Fondazione.
Nonostante una omogeneità nei contenuti artistici, la “Promotrice delle Belle Arti” e la “Società Artistica Napoletana”, non trovano mai un punto di unione. Questa contrapposizione, però, secondo Netti, era utile: «concorrenza e dialettica avrebbero agevolato il rinnovo e la crescita degli artisti» del Territorio.
Molte testate giornalistiche, tra cui “L’Illustrazione Italiana”, edita a Milano, iniziano a diffondere le attività culturali promosse dalla nuova Istituzione artistica. Si intensificano i riconoscimenti e le collaborazioni con le Accademie nazionali.
Aumenta il numero di soci della “Società Artistica Napoletana”. La “Società” diviene un approdo d’arte e luogo di raccolta di testimonianze culturali.
La sede viene trasferita, nel maggio 1893, in Galleria Umberto I e poi in Piazza Municipio.
La “Società Artistica Napoletana” diviene “Circolo Artistico” e allarga la sua composizione sociale.
«Non è il Circolo degli Artisti ma il Circolo Artistico. I suoi Soci, la parte intellettuale della città, compongono un Circolo privato di intrattenimento che, nel suo specifico carattere, si occupa di poliedriche manifestazioni d’arte: non vi è nessuna prevalenza di una categoria sull’altra».
Nel 1902, il “Circolo Artistico” si fonde con il Circolo Forense Partenopeo, presieduto dal grande giurista Avv. Enrico Pessina e diviene “Circolo Artistico Partenopeo”: Giuseppe Caravita viene confermato Presidente ed Enrico Pessina nominato Presidente Onorario. La sede viene trasferita prima all’ammezzato e poi al secondo piano di Palazzo Zapata in piazza San Ferdinando (oggi piazza Trieste e Trento), ex residenza del Vicerè di Napoli, Cardinale Antonio Zapata.
Nel 1907, un’ulteriore variazione: dalla fusione con il Circolo Politecnico, presieduto dal Senatore Ing. Udalrigo Masoni, il nome cambia in “Circolo Artistico Politecnico” (denominazione mantenuta fino al 1988, anno della ricorrenza del Centenario). L’Istituzione mantiene intatta l’unione e l’autodeterminazione degli artisti soci.
Durante la notte tra il 23 e il 24 ottobre del 1910, un grave incendio provoca ingenti danni alla sede: vengono distrutte le sale lettura, la sala biliardo, la sala pranzo ed altre.
Nel 1911 viene avviato il progetto di ristrutturazione e riqualificazione delle sale. La tendenza decorativa è ispirata allo stile de la “belle époque”. Ai lavori di recupero, ampliamento e allestimento, progettati dal socio architetto, il friulano Giovanni Battista Comencini, partecipano rinomati artisti soci. Viene realizzata la “Sala delle Feste”, progettata e decorata in stile Liberty ed impreziosita da sette opere sanguigne di Nicola Biondi, Mario Borgoni, Stefano Farneti, Francesco Jerace, Vincenzo Migliaro, Andrea Petroni e Paolo Vetri.
Oggi, la sala, unica nel suo genere e mantenuta gelosamente nel suo originario splendore con intatti decori, specchi e lampadari realizzati appositamente, è dedicata al grande architetto.
Poiché l’Istituzione, non avendo personalità giuridica, non poteva possedere beni immobiliari, il Consiglio Direttivo, presieduto dall’ On. Avv. Luigi Maria Foschini, propone ed ottiene che i Soci deliberino, il 5 febbraio 1921, la costituzione di un’apposita società, la “Ars – Società Anonima per Azioni”, il cui innovativo atto costitutivo, redatto dal notaio Riccardo Catalano (custodito tra i reperti documentali della Fondazione), consente di raccogliere, attraverso il collocamento delle azioni tra i Soci del Circolo, la somma necessaria ad acquistare l’immobile al secondo piano di Palazzo Zapata e realizzare la tanto auspicata stabilità della sede.
Da allora, 1921, la sede è rimasta sempre la stessa.
Nello stesso anno, Saverio Altamura, nipote del pittore omonimo, assieme ad un concilio formato da Vincenzo Caprile, Vincenzo Volpe, Giuseppe de Sanctis, Paolo Vetri, Stefano Farneti e Vincenzo Migliaro, realizza un circolo dallo spiccato senso dell’umorismo e dai toni scanzonati e satirici. L’allora Presidente Caracciolo concede al neo gruppo di soci di riunirsi in un’apposita sala: la cosiddetta Farmacia. Nascono così i “farmacisti”.
Compito della farmacia è la mormorazione e lo stesso Presidente Caracciolo è uno dei principali bersagli, assieme ai critici d’arte, delle invettive ironiche e goliardiche dei farmacisti.
Alla Farmacia si aggiunge, sia pure per breve tempo, un altro singolarissimo “club”,
l’Ars et Gaster: una zona privilegiata alla quale non era lecito aspirare se non da quei pochissimi dotati della facoltà di poter offrire un banchetto stilato sulle norme del fondatore, il Marchese Paolo de Notaristefani, Procuratore Generale d’Italia e sagace animatore della vita intellettuale e artistica del Circolo.
I pittori Arnaldo De Lisio e Marino Lenci decorano la sala con pannelli tendenziosamente sarcastici, alludenti alle specialità dell’antica farmacopea. Il marchese de Notaristefani, compare più volte nelle caricature esposte. In particolar modo, l’opera “Il Trionfo di Mario” di Francesco Saverio Altamura viene trasformata, da Vincenzo Volpe, Vincenzo Migliaro, Vincenzo Caprile e Vincenzo (honoratus) de Sanctis, nel “Trionfo di Paolo”. de Notaristefani è portato in trono da Paolo Gandais e dal figlio del barone Carlo Chiarandà, che impugna un’enorme forchetta. All’interno del dipinto, si notano anche le immagini degli autori.
La sala racchiude l’aspetto ironico dei soci che si divertivano in acute arringhe o in feste goliardiche.
Il carattere gioioso del gruppo dei “Farmacisti” viene ricordato anche da Paolo Emilio Passaro (1933) nell’opera “I commensali”, conosciuta anche come “Cena di Cardinali” o “Il Convito”. In essa è rappresentata la riconciliazione, dopo un finto litigio, tra due membri del sodalizio, Gandais e de Notaristefani, sancita da un banchetto che ispira un componimento in versi, ironizzante sulla voracità dei commensali. Il dipinto s’ispira ad una tela di scuola francese, “Una conferenza noiosa” di Francesco Brunery.
Nel corso del ventennio fascista, il Presidente Conte Paolo Caracciolo di Torchiarolo, poco gradito agli esponenti politici dell’epoca, mostrando grande sensibilità protettiva, presenta volontarie dimissioni da Presidente per non coinvolgere il Circolo nelle proprie ostilità. Gli succede l’Avv. Nicola Sansanelli, personalità più congeniale e dialogante.
Durante l’invivibile periodo bellico, tra il 1942 e il 1943, i soci trasferiscono buona parte delle opere della Collezione nel caveau del Banco di Napoli per proteggerne l’integrità culturale e storica dai vandalismi delle truppe occupanti.
Durante l’ottobre del 1943, gli Insorti contro le truppe tedesche, servendosi della segreteria del Circolo come Camera di sicurezza dei prigionieri (atto notorio n.418 di Riccardo Catalano, 1 maggio 1944) distruggono l’archivio sociale e la collezione di libri presente suo interno, vandalizzando e deturpando anche gran parte degli arredi della Fondazione.
Terminato il conflitto bellico, il Presidente Avv. Mattia Limoncelli, grande giurista ed erudito conferenziere, uomo di singolare sensibilità culturale e responsabilità sociale, procede al lento recupero della struttura dilaniata dalle occupazioni e dà la spinta necessaria alla ripresa della vita del Circolo.
I successivi anni ’50 segnano un periodo di netta ripresa. Nel 1953, Presidente l’Avv. Armando Caruso, il Circolo accoglie la “Accademia Napoletana degli Scacchi”, con i maestri internazionali Porreca, Scafarelli, D’Ippolito e Cecaro. Nel 1958, nella ricorrenza del settantesimo anniversario della fondazione dell’Istituzione, viene pubblicato il volume di storia, arte e cultura “Il Circolo Artistico di Napoli 1888-1958”.
Si susseguono iniziative culturali, esposizioni artistiche, attività ludiche, manifestazioni ed esibizioni musicali. La sede viene ampliata con l’acquisto di nuovi locali su via Nardones 8, tramite la costituzione, sulla falsariga dell’Ars, di una nuova società immobiliare, la
Poliars SpA (21 luglio 1960).
Il processo di crescita prosegue. Nel 1961 viene istituita la “Scuola d’Arte Drammatica”, prima e unica scuola dedicata alla formazione di attori e registi dello spettacolo. La scuola, riconosciuta dal Ministero della Pubblica Istruzione, riceve contributi da enti pubblici e vanta docenti/attori professionisti come G. Pomara, A. Lambroni e O. Redi. Si sono formati, tra gli altri, Lucio Allocca (celebre nella fiction “Un posto al sole”), Giulio Adinolfi, Stefano Sattaflores, Francesco Paolantoni, Vittorio Mezzogiorno e Francesco Vairano (doppiatore di Gollum nella trilogia Il Signore degli Anelli). Le esibizioni degli allievi avvengono nell’attuale Sala Comencini, dove viene realizzato un apposito palcoscenico teatrale.
Vengono inaugurate, inoltre, la “Compagnia Stabile di Prosa”, il “Teatro dei Giovani”, la “Scuola di Danza Classica” e quella di “Ginnastica Ritmica”. Nasce “L’Artistico”, periodico di arte e cultura che va a riempire uno spazio tematico assente in Città su cui compaiono le firme di Fiumi, Galasso, Ferrajoli, Spirito e tanti altri. Molto importante la rubrica curata da Manfredi Franco “La galleria dell’artistico” dove vengono ricostruite le vicissitudini dei dipinti raccolti nella pinacoteca.
Nel 1968 viene pubblicato il volume storico “Ottant’anni di Napoli”, curato dal giornalista Max Vajro, con saggi, fotografie e illustrazioni di grande interesse retrospettivo: documentano la vita sociale e culturale della Città.
Sono gli anni in cui, nel Circolo, si incrementano le attività ludiche e di svago, caratteristiche tipiche dei circoli cittadini. Numerose le feste, i banchetti, i concerti, i cabaret e i convegni. Tra le mura di Palazzo Zapata, non è raro vivere gli aspetti più avventurosi e segreti della Società Napoletana: lunghe notti di spensieratezza ai tavoli di gioco, al ristorante e al bar tra prelibatezze alimentari e in compagnia delle più belle signore dell’aristocrazia napoletana. La mattina seguente, la vita riprende il solito tran tran lavorativo e di studio.
Col trascorrere del decennio successivo, in seguito al drastico cambiamento dei nuovi linguaggi artistici italiani ed europei e la conseguente rottura con il passato, gli artisti contemporanei, che avevano aderito ai nuovi orientamenti d’avanguardia, non trovano nel Circolo l’ambiente adatto. In aggiunta, un processo di migrazione dell’alta borghesia napoletana dal centro storico verso i nuovi rioni del Vomero e di Posillipo, zone città più lontane da Palazzo Zapata, contribuisce ad un rallentamento della presenza costante ed attiva dei soci al Circolo ed alla conseguente crisi finanziaria.
Dagli anni ’70 il Circolo vive varie vicissitudini critiche che, pur se consistenti, non ne determinano l’estinzione. Numerosi i cambiamenti. Alla presidenza si succedono i Proff. Avv. Nicola Cariota Ferrara (1969 – 1973), Alfredo De Marsico (1974 – 1977), Luigi Cariota Ferrara (1978 – 1980) ed Antonio Landolfi (1981 – 1983).
Nel 1984 viene eletto alla presidenza il Dott. Adriano Gaito, geologo, alto dirigente del Banco di Napoli (curiosamente di origini materne spagnole come il primo Presidente Caravita). Il neo Presidente si oppone immediatamente alla vendita dell’immobile e/o di parte del patrimonio artistico, proposta dai soci per fronteggiare le difficoltà finanziarie. In Assemblea sostiene che la «cessione di opere o di una porzione dell’immobile comprometterebbe la stessa essenza culturale del Circolo».
Nonostante le difficoltà, la presidenza presenta, in proiezione della ricorrenza del Centenario, un dettagliato “Piano di Rinnovamento”, convinto che tale progetto e la storia centenaria della Istituzione avrebbero determinato un concreto intervento del Ministero dei Beni Culturali. Cosa che infatti avviene poco dopo.
La filosofia del Piano è: «il Circolo deve rallentare l’aspetto ludico e riprendere la sua funzione di propulsore di arte e cultura, in particolare per le giovani generazioni» (A. Gaito).
Il Presidente della Repubblica, sen. Francesco Cossiga, concede l’Alto Patronato alle manifestazioni per ricorrenza del Centenario. Si aggiungono il Ministero dei Beni Culturali, la Regione Campania (Assessorati alla Pubblica Istruzione, ai Beni Culturali, al Turismo), il Comune di Napoli (Assessorato alla Cultura), le Soprintendenze di Napoli ai Beni Artistici e Storici e ai Beni Ambientali e Architettonici.
Nel 1988, L’Istituzione si presenta alla Città con una sede restaurata e con il proprio patrimonio artistico e librario completamente recuperato e reso fruibile alla Società. L’organizzazione si avvale anche di moderne strumentazioni elettroniche, con un rinnovato impegno verso l’esterno ed in ossequio alla propria tradizione riletta in chiave moderna: «Istituzione artistico/culturale/sociale aperta alle esigenze della Comunità di cui è parte integrante»
(A. Gaito).
I programmi avviati sono una costruzione armonica che intreccia momenti culturali a momenti artistici. Dovranno rispondere alle esigenze di cultura e arte, consolidare l’antica tradizione ed offrire spazi espressivi e sostegni concreti ai giovani.
Sette le linee guida: conferenze, convegni, seminari; pubblicazioni e ricerca; documentazione ed informazione; musica; mostre; premi artistici, letterari e scientifici; attività sociali.
Tre i criteri trasversali: ricerca di idonei partener per le singole iniziative; apertura alla collaborazione di qualificate realtà esterne; obiettivo dell’autofinanziamento delle singole iniziative.
Riprende vita “L’Artistico”, destinato anche ai Centri di Cultura domestici ed esteri ed alle scuole della Campania. Vengono pubblicati “Napoli lungo un secolo”, curato dal Prof. Fulvio Tessitore, con prefazione di Gaito e saggi tematici di Galasso, Villani, Ventriglia, Acocella, Gigante, Picone Alisio, Milanesi (Sindaco di Napoli) ed altri, e “La Raccolta d’Arte del Circolo Artistico”, catalogo illustrativo del patrimonio artistico, curato dalla Dott.ssa Luisa Martorelli della Soprintendenza ai Beni Artistici della Campania. Il volume d’arte si avvale degli scritti di Gaito, Galasso (Sottosegretario di Stato) e Nicola Spinosa (Sovrintendente Reggente).
Le ricerche sono dirette al Turismo nazionale ed estero, al Terziario Avanzato, alle esigenze finanziarie collegate all’apertura delle frontiere tra i Paesi.
Le manifestazioni musicali intendono creare uno spazio espressivo per i giovani dei Conservatori della Campania. Nascono i “Lunedì Musicali”, appuntamenti settimanali riservati a giovani e promettenti artisti, diretti dal maestro Francesco Caramiello e coordinati dal Socio Fondatore Dott. Antonio Gaito. Ad essi si ricorda la partecipazione dell’allora ventiduenne Giovanni Allevi, che tiene il suo primo concerto nella Sala Comencini il 9 aprile del 1991 per un pubblico che, pur contenuto nel numero, riesce a spronarlo nel continuare la sua fortunata carriera (Allevi ne ricorda il magico momento in occasione del concerto in Piazza Plebiscito il 20 luglio 2009).
In aggiunta alla Mostra Permanente interna sull’800 napoletano con opere del Circolo, viene dedicata a Giuseppe Caravita di Sirignano, primo Presidente, il salone espositivo ad angolo tra la Piazza e via Nardones. Si tengono numerose iniziative “Personali” e “Collettive” di arti figurative, plastiche e di artigianato del Territorio. Vengono istituiti tre Premi Biennali dal valore ciascuno di £. 1 milione da assegnarsi ai tre migliori giovani diplomati negli Istituti d’Arte della Campania (Arti Figurative, Arti Musicali, Arti Teatrali).
Vengono sistematizzati l’Archivio Storico e la Biblioteca (quest’ultima dedicata al grande poeta socio Ferdinando Russo), restaurate e catalogate tutte le opere artistiche (dipinti, sculture, ceramiche, oggetti, arredi e strumenti), ristrutturati totalmente gli ambienti, a partire dalla sostituzione dei solai in legno con interventi antisismici. Nel corso di più notti, con l’autorizzazione delle Autorità, una betoniera ed una giraffa meccanica, posizionate ai lati del “Carciofo”, producono il calcestruzzo per i solai e lo spingono in continuità direttamente all’interno dei saloni al secondo piano del palazzo, superandone l’altezza attraverso i balconi.
Per tali opere viene acceso un apposito mutuo presso il Banco di Napoli di £. 100 milioni, garantito da apposite fidejussioni personali rilasciate da dieci Soci Fondatori. A questa dotazione iniziale, si aggiunge il finanziamento di £. 350 milioni deliberato dal Ministero dei Beni Culturali, a valere sulla legge 1552 del 1961 (disposizioni in materia di tutela di cose d’interesse artistico e storico): Palazzo Zapata, dimora della Fondazione, è infatti “immobile di alto interesse storico” (Legge 1089 del 1939).
La ristrutturazione della sede ed i lavori di restauro delle opere, vengono svolti direttamente sotto la direzione della Soprintendenze ai Beni Artistici della Campania e del Polo Museale.
Merito del Presidente è l’essere riuscito a ricondurre l’Istituzione, con i beni posseduti nell’alveo dei Beni artistici, culturali e storici del Paese.
Si dà vita con entusiasmo alla “Sezione Giovani dell’Artistico” per avviare un percorso concreto ad iniziative giovanili autonome e autogestite. Si vuole stabilire un legame solido con i ragazzi della Città e stimolare in essi un maggiore interesse verso l’arte e la socialità.
In occasione del centenario della fondazione nel 1988, il Circolo ritorna all’originaria forma artistica culturale: “Associazione “Circolo Artistico Politecnico”. È una forma giuridica, ripiego sociale interno, del progetto Gaito di mutare il Circolo in una Fondazione. Contrasti interni tra i Soci, fanno preferire la forma associativa votata dalla maggioranza.
Nel 199l prosegue il cammino del progetto del Presidente, approvato dall’Assemblea dei Soci Fondatori. Le S.p.A. Ars e Poliars vengono tramutate in S.r.l., donano all’Associazione “Circolo Artistico Politecnico” l’intero patrimonio immobiliare posseduto, valutato £. 5,5 miliardi, e vengono poste in liquidazione.
La Giunta della Regione Campania, con Decreto (3447/1992), attribuisce Personalità Giuridica all’Associazione.
Dalla metà degli anni ’90 ai primi anni 2000, il Presidente, Avv. Mario Del Vecchio, già Presidente del Consiglio della Regione Campania, nonostante momenti economici difficili, continua l’opera dei suoi predecessori e prosegue attività significative.
Vengono organizzate nuove edizioni dei “Lunedì Musicali”, durante le quali si susseguono concerti jazz e di musica classica eseguiti da giovani e talentuosi artisti, e si svolgono tornei di Cun Cain, giochi di carte con premi in gettoni d’oro. L’Associazione partecipa attivamente al programma Maggio dei Monumenti (1997) del Comune di Napoli, per recuperare e valorizzare il patrimonio artistico. Il Maggio dei Monumenti prosegue ancora oggi.
A partire dal 1998, l’Associazione riprende un significativo rapporto con i centri espositivi di altre città: “La Parigina” del socio pittore amalfitano Pietro Scoppetta, viene esposta alla monografica “Pietro Scoppetta “Un pittore sulla scena della belle époque”, organizzata a Salerno.
Le difficoltà finanziarie emerse già nella seconda metà degli anni ’90, pongono ostacoli considerevoli alla vita dell’Associazione. Essa viene aggredita giudiziariamente da creditori. Il Presidente firma il contratto di vendita dell’appartamento in via Nardones 8.
Il 18 luglio del 2002, il Mibac – Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della Campania, con il Decreto n° 52, dichiara “l’interesse particolarmente importante” del patrimonio culturale e dell’attività del Circolo ed impone il vincolo storico artistico e di destinazione:
«Il complesso degli immobili, delle opere d’arte, pittoriche, scultoree e del patrimonio librario e documentario, rappresentano un Unicum in quanto raccolta di beni inscindibilmente legati per i valori storici, artistici e culturali a quei locali ed è dichiarato di interesse particolarmente importante ai sensi del D. Lgs 490/99 ed è sottoposto alle disposizioni di tutela ed, in particolare, è fatto divieto di smembrare e/o alienare le collezioni ivi costituite separatamente dall’immobile, effettuare frazioni al cespite o porre in essere interventi che comportino un cambio di destinazione d’uso».
Malgrado la vendita parziale della parte dell’immobile su via Nardones, la somma ricavata non è sufficiente a coprire l’intera situazione debitoria.
L’aggressione va avanti e la vertenza, avviata nel 1996 con il pignoramento della sede, si conclude con l’assegnazione dell’immobile alla società Nuova Edificatrice SRL che aveva partecipato all’asta. Allo scadere del termine legislativo previsto, la Regione Campania esercita il diritto di prelazione (20 aprile 2008), stimolata dalla Presidenza della Repubblica, alla quale si era ricorso con una petizione promossa da Gaito e sottoscritta da oltre duemila cittadini di differente estrazione sociale (professionisti, politici, uomini di cultura e di arte, amministratori, imprenditori, esponenti della Napoli bene e cittadini).
Nel 2010, la Cassazione annulla il procedimento, lasciando l’immobile all’Associazione “Circolo Artistico Politecnico”. Si determinano difficoltà operative dovute all’avvenuta attribuzione della somma versata dall’acquirente ai creditori e i rispettivi avvocati.
Lo scopo della Regione è stato quello di salvare la nobile Istituzione dall’assalto speculativo per non privare la città di Napoli di un patrimonio artistico culturale e storico di notevole entità, costituito nel corso degli anni dalla costante passione dei Soci a proprie spese, pronti a donare l’intero patrimonio allo Stato (pinacoteca, biblioteca, fototeca, strumenti musicali di pregio, attrezzature e arredi architettonici).
La storia continua. L’Associazione, non cedendo mai alla chiusura, ma svolgendo sempre la propria attività culturale, si trova, all’inizio degli anni ’00, in balia di una significativa mancanza di introiti, ad eccezione delle poche quote versate solo da una parte di soci fondatori.
Nonostante tali vicissitudini, prosegue sempre il suo iter operativo finalizzato al consolidamento della propria immagine di luogo d’interesse storico e prospettico della Città.
Il 26 novembre 2002, passa ad un Comitato di Gestione Straordinaria, coordinato dai soci Dario Cecaro, Nicola Cioffi, Antonio Gaito, Antonio Reisino, Stefano Sciarelli.
Durante la notte del 7-8 maggio 2004, accade uno spiacevole evento: vengono trafugati 22 dipinti, realizzati dagli artisti più significativi dell’Ottocento e del primo trentennio del Novecento quali Borgoni, Bresciani, Balestrieri, Curcio, Galante, Gallì, Irolli, Loria, Monteforte, Petruolo, Pratella, Ragione, Santoro, Scognamiglio, Tofano, Villani, Viti e Volpe.
Il 31 maggio 2005, Gaito viene nominato prima Amministratore unico e quindi Presidente.
Per risolvere, parzialmente, l’intricata situazione creditoria pendente, nel 2007 viene aperta, presso il Monte dei Paschi di Siena, una linea di credito di €. 600.000. Il consistente prestito è coperto dalle garanzie fidejussorie personali sottoscritte da Adriano Gaito e Arnaldo Sciarelli.
Nell’ aprile del 2008 il Museo dell’Associazione viene riconosciuto dalla Giunta Regionale della Campania quale “Museo di particolare interesse Regionale” per l’alto valore storico-artistico delle Raccolte e viene inserito nel Sistema Museale della Campania (Decreto n. 593/2008).
Nel dicembre dello stesso anno, al fine di valorizzare la raccolta di beni presenti nella sede e nel nome di una funzione sociale, viene nominato il Comitato Scientifico, oggi composto da eminenti personalità nel campo universitario, artistico, economico, imprenditoriale e sociale.
Al comitato prendono parte, nel tempo, il Prof. Fulvio Tessitore (primo Presidente), il Prof. Gerardo Bianco, il Dott. Ermanno Corsi, il Dott. Adriano Gaito, il Prof. Adriano Giannola, il Dott. Enzo Giustino, il Dott. Antonio Minervini, il Dott. Pietro Modiani, il Dott. Antonio Nucci, il Prof. Giulio Pane, il Prof. Federico Pepe, il Prof. Mario Rusciano e l’attuale Presidente Prof. Sergio Sciarelli.
Il 18 novembre 2011, l’Archivio Storico dell’Associazione è dichiarato dal Ministero dei Beni Culturali – Sovraintendenza Archivistica di Napoli, di “interesse storico particolarmente importante” ai sensi degli art. 10, comma 3, lettera b), 13 e 14 del D. Lgs. 42/2004 e viene sottoposto ai vincoli legislativi.
Vengono attivati tirocini, ricerche storiche e convenzioni con le Università: diversi studenti scelgono il “Circolo Artistico Politecnico” come oggetto di studio e argomento di discussione durante le proprie tesi di laurea in Cultura e Amministrazione dei Beni Culturali. Vengono fornite borse di studio per gli alunni dell’Accademia di Belle Arti di Napoli con il progetto del Pio Monte della Misericordia: “Sette opere per la Misericordia”. Il concorso prosegue nel corso degli anni successivi.
Di pari passo con la sistemazione dell’Archivio Storico, sono promosse le iniziative social: nel 2011 nascono il sito web e le pagine social dell’Associazione, che oggi vantano oltre tremila fan.
Nel 2012 prende vita il progetto “Le Città Visibili”, promosso dall’Associazione a sostegno della candidatura di Napoli a Città della Letteratura UNESCO e che prevede laboratori di scrittura creativa collettiva. Il progetto ottiene il Patrocinio UNESCO.
Viene organizzata la “Scuola di avviamento al teatro”, iniziativa artistica e formativa riservata ai bambini tra i dieci e tredici anni.
Nel 2013, si tiene l’evento “O mare ‘e Napule – oltre la retorica”: incontri dedicati al mare, la principale risorsa della Città. Ai quattro confronti prendono parte numerosi ed autorevoli esponenti del mondo accademico imprenditoriale e politico napoletano. Obiettivo dall’Associazione è riportare il mare al centro dei dibattiti economici, culturali e sociali.
Un anno più tardi, l’Associazione ospita e partecipa al workshop transculturale e transdisciplinare “La città Psicotica – tra inconscio culturale e nuove politiche di civilizzazione”, in collaborazione con Università Federico II, Seconda Università di Napoli (Dip. Scienze Politiche e Dip. Studi Umanistici) e Società Italiana di Urbanistica. All’evento, promosso da EATGA (European Association of Transcultural Group Analysis), partecipano professionisti provenienti da tutta Europa, quali Salomon Resnik, Donatella Mazzoleni, Guelfo Margherita ed altri. È un confronto multidisciplinare sul malessere degli agglomerati urbani contemporanei, dovuto al rapporto dell’insieme sociale con gli spazi fisici in cui la città insiste.
Nel 2015 si conclude la realizzazione del progetto “L’Artistico – Casa Museo”, voluto dal Presidente Gaito. Si consolida l’aspetto pubblico della funzione museale e si consente all’intera Comunità Territoriale la completa fruibilità delle Raccolte (pitture, sculture, grafiche, ceramiche, fotografie, opere editoriali, reperti d’archivio, arredi e strumenti d’epoca), il tutto collocato in un ambiente mantenuto integro nella sua caratteristica temporale.
Sono promossi nuovi corsi pittorici (“Arte in Circolo”, organizzato dal Ministero dei Beni Culturali), fotografici/letterari (“Napoli contrasti urbani”, avente la finalità di denunciare il degrado del patrimonio artistico-monumentale della Città causato dall’incuria dei suoi cittadini e dalla noncuranza degli Enti preposti), centri di ricerca, corsi di dizione, corsi gratuiti di solfeggio e di pianoforte per i ragazzi meno abbienti e la costituzione del convegno di lettura “Un approccio culturale alla politica”.
Viene pubblicata in due volumi l’opera editoriale “Storia – Arte – Città – Le Collezioni della Fondazione Circolo Artistico Politecnico – Napoli”, progettata dal Presidente e curata da Isabella Valente. Sono contenuti interventi del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e del Sindaco di Napoli Luigi De Magistris ed altri.
Il primo volume, aperto dal saluto di Giuseppe Caravita, nipote del Presidente Sirignano, e dal prof. Angelo Chianese, Presidente di Databenc (Dipartimento di Alta Tecnologia dei Beni Culturali della Federico II), ripercorre la storia della Fondazione con saggi, documenti e scritti di Mariantonietta Picone Petrusa, Paola D’Alconzo, Fabio Mangone, Giulio Pane, Francesco Barbagallo, Fulvio Tessitore e Gaito
Come evidenziato nell’intervento di Gaito, l’Opera è una vera e propria testimonianza vivente del percorso dell’Istituzione e degli eventi succedutisi: «un ponte significativo a cavallo di tre secoli voluto dai Soci e reso concreto dalla costanza e dall’impegno della loro opera».
Il secondo volume è il Catalogo, che contiene e “racconta” nella sua interezza gli autori e le opere presenti nella Collezione. È la storia della Città vista attraverso le opere dei suoi artisti.
Il 16 maggio 2017, si corona il sogno del Presidente Gaito, cullato sin dal 1984: i Soci Fondatori dell’Associazione approvano all’unanimità la trasformazione dell’Associazione nella Fondazione “Circolo Artistico Politecnico”.
È stato un lungo percorso, una vera trasformazione genetica: il Circolo diventa un Centro storico di Arte, Cultura, Ricerca e Socialità al servizio del Territorio.
Si vuole perseguire, attraverso una via più definita e moderna, il consolidamento e la protezione della tradizionale funzione artistica, culturale e sociale, sempre più intesa come patrimonio dell’intera Comunità Territoriale.
Essa rappresenta un passaggio importante per la storia della Istituzione ed un’eredità unica ricevuta da quegli artisti che, il 22 dicembre del 1888, avevano creato a Napoli e per Napoli l’associazione “Società Napoletana degli Artisti.
Alla Fondazione, i Soci Fondatori dell’Associazione donano l’intero patrimonio artistico, archivistico culturale, fotografico, storico, strumentale, mobiliare e finanziario, al fine di «lasciare, tramite la Fondazione, le orme del nostro passato associativo, significa trovare la forza di proiettarci nel futuro e mantenere integri i valori e l’impegno nei confronti della città di Napoli e della Campania alle cui sorti e alla cui vita siamo indissolubilmente legati»
(A. Gaito).
Il 20 ottobre del 2017, la Regione Campania (Decreto n.13/2017) iscrive la “Fondazione Circolo Artistico Politecnico” nell’R.P.G. (Registro Personalità Giuridiche) tra le Fondazioni Private della Regione Campania al n.364
Il 30 dicembre del 2018 viene aggiunto un ulteriore tassello a questa lunga storia. Prende vita “MUSAP – Museo Artistico Politecnico”, veicolo per trasmettere al mondo, anche via social, la visione e lo studio delle opere esposte nella raccolta dalla Fondazione, testimonianze delle capacità artistiche e culturali di un popolo mai domo.
Dal 2019, per proseguire gli impegni di crescita e valorizzazione dei giovani del Mezzogiorno, vengono avviate numerose iniziative. Tra esse, “Adotta un dipinto”, progetto diretto agli studenti delle facoltà di Archeologia e Storia dell’Arte e di Scienze della Comunicazione delle Università della Campania, per stimolarne la divulgazione e ed il senso critico ed artistico e dare nuova visibilità alla Istituzione.
Nel 2020, Adriano Gaito viene rieletto Presidente della Fondazione “Circolo Artistico Politecnico”. La decisione viene presa all’unanimità nel corso della riunione del Comitato d’Onore.
Durante lo stesso anno, con Decreto Dirigenziale n.114 del 24/02/2020, la Fondazione viene iscritta nell’albo delle Associazioni Culturali (ex art. 6 della L.R. 7/2003).
Il 12 gennaio 2021, dopo oltre quattro anni di battaglie burocratiche, è stato riconosciuto il diritto all’iscrizione nell’Albo Nazionale delle ONLUS con protocollo 2335/2021.
Attraverso tale status, l’Istituzione conferma ancora una volta l’impegno a consolidare e proteggere la tradizione artistica, culturale e sociale, sempre più intesa quale patrimonio dell’intera comunità territoriale.
Ritenendo che la presenza e la valorizzazione del patrimonio artistico siano risorse immisurabili per l’economia napoletana, la Fondazione progetta un nuovo allestimento, testimonianza di un’ulteriore esaltazione della sua polifunzionalità. Il progetto, focalizzato sul miglioramento dell’accoglienza al pubblico e sull’erogazione di servizi.
La valorizzazione del patrimonio artistico e l’assidua presenza di musei sono da considerarsi risorse inestimabili per l’economia napoletana. I viaggiatori arrivano in Città attratti dalla qualità e dalla quantità di monumenti e musei, che rappresentano il vero sostegno al prodotto locale e generano indotto economico nelle altre attività (commercio, trasporti, settore alberghiero, spettacoli, ecc.). Dovrebbe esserci, da parte delle Amministrazioni del Territorio, un impegno costante, serio e trasparente al sostegno di tali attrattori, al fine di renderli sempre più competitivi.
Con questa premessa, oggi, la Fondazione, con il suo MUSAP, è un Sito museale polivalente nel cuore di Napoli, nel quadrilatero delle meraviglie: tra Piazza Plebiscito, Palazzo Reale, la Galleria Umberto I, il Teatro San Carlo e poco distante da Castel Nuovo. In esso è vissuta, e si vive tutt’ora, l’esperienza di un luogo pubblico di arte e cultura, testimonianza storica dell’impegno morale di tutti coloro i quali sono stati, nel corso dei secoli, il cuore pulsante del patrimonio artistico napoletano.
Ma per essere attraente, non basta la qualità delle opere che vengono proposte, servono anche l’ambientazione, la cura delle esposizioni, la cultura che viene trasmessa e l’ospitalità offerta. Il visitatore che paga il biglietto d’ingresso, specie se straniero, deve essere catturato dall’insieme dell’offerta. MUSAP ha l’obiettivo di istaurare un dialogo concreto e coerente con l’esigenza di offrire un percorso artistico/culturale di assoluto valore all’interno della Città e del Territorio.
Il nuovo percorso museale, ricco di stimoli visivi e conoscitivi, segue l’evoluzione culturale dell’arte nel territorio, con una disposizione cronologica dell’ordine delle opere che consente ai visitatori di ripercorrere il variegato panorama artistico napoletano, immergendosi a pieno nelle esperienze dell’epoca.
L’Istituzione è stata sempre una “finestra” su Napoli. Ha operato con continuità per contribuire al suo miglioramento turistico ed economico, attraverso la valorizzazione dell’arte, della cultura e della socialità.
È il “dono” generoso e tangibile, offerto con spontaneità ed orgoglio dai Soci Fondatori dell’Associazione, a Napoli, affinché gli impulsi storici e le speranze culturali vengano trasmesse alle generazioni future.
Attraverso un’impegnativa evoluzione storica trascorsa tra varie forme giuridiche, la gestione dell’Istituzione è sempre stata condotta mantenendo fermi i principi fondamentali ispirati da personalità che ponevano al primo posto gli interessi storici, culturali ed artistici.
Il sodalizio di Palazzo Zapata è sempre stato più di un luogo d’incontro per artisti, intellettuali e uomini di cultura. Ne è testimonianza il ruolo svolto dal Comitato d’Arte interno, presieduto, tra gli altri, dai maestri Francesco Jerace e Vincenzo Volpe.
Diverse le battaglie che hanno infiammato l’opinione pubblica: l’avversione alla trasformazione del Monastero di Santa Chiara in un complesso scolastico; il contrasto alla distruzione del Bosco storico di Villa Lucia; l’opposizione all’abbattimento della Lanterna del Porto.
Immergersi nelle sale di MUSAP significa tuffarsi in un «luogo della memoria»:
I dipinti e le sculture presenti portano la firma degli artisti che furono i creatori e i soci dell’Istituzione. Molte di queste opere sono state realizzate all’interno di queste stesse sale, frequentate anche da scrittori, poeti, musicisti, compositori, uomini politici, ingegneri e giuristi.
Tra gli stucchi e i lampadari di cristallo è tuttora possibile sentire l’eco delle discussioni animate: ecco le voci di Edoardo Dalbono e Domenico Morelli, i grandi pittori di fine 800, sempre pronti a sfidarsi all’ultima tela. Ecco i volti affilati di Raffaele Viviani ed Eduardo De Filippo, che meditavano sui loro capolavori. Ed ecco risuonare le note di Giacomo Puccini e Francesco Cilea, che frequentarono questi ambienti. Insomma, un teatro della memoria viva, una splendida casa-museo dove risuonano i passi delle personalità più grandi della città, uomini e donne di talento che «vissero d’arte» (come gli eroi pucciniani), ma anche di politica (come il socio Avv. Enrico De Nicola, primo Presidente della Repubblica Italiana), di giornalismo (Roberto Bracco, Libero Bovio), di teatro (Salvatore Di Giacomo) e di musica.
Nei suoi 133 anni di storia la Fondazione Circolo Artistico Politecnico Onlus ha sempre operato per tenere fede alla propria missione istitutiva: promuovere e diffondere il progresso delle arti e della cultura.
È quindi un museo vivo, non silenzioso o contemplativo, nel quale si respira l’atmosfera del secolo più significativo della creatività artistica napoletana e si dà sfogo anche ad altre esigenze artistiche.
Arte, cultura e storia sono le strade utili alla rinascita del territorio e ad una migliore qualità della vita: il bello ed il buono sono nascosti, occorre seguirne le tracce, cogliere il senso delle orme, rendere accessibile e comprensibile la vitalità della storia affinché sia generatrice di altra vita.
L’arte, nelle sue variegate espressioni, in un’epoca di carenza di valori e di debolezza comunicativa, ha un’importanza insostituibile: è un mezzo per canalizzare le energie, provocare azioni e indurre a collaborare. Primo impegno della Fondazione è, dunque, quello di trasmettere il senso dell’esistenza umana, restituendo all’Arte il compito di educare ed emancipare i più giovani, ai quali viene chiesto di riflettere sul significato più profondo della funzione del prodotto artistico, quale strumento di sostegno e diffusione delle peculiarità del Territorio, in contrasto con la tendenza contemporanea di un’arte autoreferenziale e ripiegata su sé stessa.
«Tenere in vita un’istituzione artistica/culturale è un insostituibile contributo alla conservazione di Napoli quale città d’arte, una testimonianza di un percorso artistico-culturale basato sull’amore, sulla sensibilità e sulla passione»
Adriano Gaito,
Presidente